Effetti della terapia estrogenica sulle patologie della colecisti


La conoscenza attuale riguardo alla relazione tra terapia estrogenica e formazione di calcoli della colecisti e colecistite si basa su dati osservazionali.

Uno studio randomizzato, condotto negli Stati Uniti su 22579 donne sane tra i 50 e i 79 anni d’età, ha valutato l’effetto della terapia estrogenica sulla patologia colecistica in postmenopausa.

Le partecipanti allo studio sono state randomizzate per ricevere, se isterectomizzate ( 8376 casi ), 0.625 mg/die di estrogeni coniugati equini versus placebo o, se non isterectomizzate ( 14203 casi ), 0.625 mg/die di etsrogeni coniugati associati a 2.5 mg/die di Medrossiprogesterone versus placebo.

Sono stati poi registrati i ricoveri avvenuti per patologia colecistica nelle donne in studio. Il follow up medio è stato di 7.1 anni nel gruppo trattato solo con estrogeni e di 5.6 anni nel gruppo trattato con estrogeni e progestinico.

All’inizio dello studio le pazienti trattate risultavano simili per caratteristiche ai rispettivi controlli che assumevano placebo.

L’incidenza annua di patologie colecistiche è stata di 78 episodi per 10000 donne-anno nel gruppo trattato con estrogeni ( contro 47 eventi per 10000 donne-anno nel corrispondente gruppo placebo ) e di 55 per 10000 nel gruppo trattato con terapia combinata ( 35 per 10000 nel gruppo placebo ).

In entrambi i tipi di trattamento si è evidenziato un maggior rischio di patologia della colecisti o di interventi chirurgici su di essa ( rischio relativo 1.67 ).

Le donne trattate presentavano un rischio relativo maggiore di andare incontro a colecistite e colelitiasi, e avevano una maggiore probabilità di andare incontro ad intervento di colecistectomia, mentre non vi era differenza nel rischio di subire altri interventi sulle vie biliari.

Questo studio è giunto alla conclusione che vi sia effettivamente un aumentato rischio di andare incontro a malattie del tratto biliare tra le donne in postmenopausa che utilizzano una terapia estrogenica e che questi elementi debbano essere tenuti in considerazione al momento di intraprendere tale terapia. ( Xagena2005 )

D.J. Cirillo et al, JAMA 2005; 293: 330 - 339

Fiorenza Lagona, Specialista in Ginecologia, Milano

Gyne2005 Farma2005


Indietro

Altri articoli

L'adenocarcinoma duttale pancreatico è caratterizzato da bassa immunogenicità e da un microambiente tumorale immunosoppressore. LOAd703, un adenovirus oncolitico con transgeni...


Gli inibitori del checkpoint sono il trattamento adiuvante standard per il melanoma resecato in stadio IIB-IV, ma molti pazienti recidivano. Si...


L'emofilia B da moderata a grave viene trattata con la sostituzione continua e permanente del fattore IX della coagulazione per...


La prima terapia genica con cellule CAR-T in grado di curare le forme più gravi di neuroblastoma, il tumore solido...


La miopatia miotubulare legata al cromosoma X è una malattia muscolare congenita rara, pericolosa per la vita, osservata principalmente nei...


Il rilevamento della mutazione BRAF V600E nel glioma pediatrico di basso grado è stato associato a una risposta inferiore alla...


I gliomi di alto grado hanno una prognosi sfavorevole e non rispondono bene al trattamento. Le risposte immunitarie efficaci al...


Per i pazienti con tumore prostatico metastatico ormono-sensibile, il carico metastatico influisce sull'esito. Sono state esaminate l’efficacia e la sicurezza...